Dismorfofobia

La dismorfofobia è la paura e di conseguenza l’ossessione di avere dei difetti fisici, che in realtà non esistono.

Quante volte sarà capitato, ad ognuno di noi, di essersi alzato al mattino, essersi guardato allo specchio e aver pensato ‘Stamattina ho davvero un brutto aspetto…’; oppure aver indossato un vestito e aver detto tra sé e sé ‘Oggi proprio non mi piaccio…’. Espressioni frequenti, certo, ma poi basta uscire di casa, andare al bar a fare una buona colazione, fare due chiacchiere prima di entrare al lavoro ed ecco che il brutto pensiero così come è arrivato se ne va. Magia? Direi proprio di no, direi piuttosto ‘normalità’. Sì, perché è ‘normale’ avere dei giorni in cui non ci sentiamo al massimo con noi stessi, con il nostro corpo, con la nostra immagine – considerando anche la forte pressione sociale alla quale tutti noi siamo sottoposti, per cui sempre più conta avere un bell’aspetto esteriore, una ‘perfetta’ forma fisica.
Ma immaginiamo solo per un attimo se questo brutto pensiero sul nostro aspetto anziché svanire così facilmente ci accompagnasse per tutto il giorno e per tutta la notte, e magari anche il giorno dopo, e quello dopo, e quello dopo… Sarebbe una vita infernale, ‘una vita non vita’, nella quale non ci sarebbe più spazio per ridere, scherzare, progettare o pensare a cose belle: l’unica cosa che davvero diventerebbe importante sarebbe trovare una soluzione a questo bruttissimo aspetto, a questo difetto o a questi difetti. Certo, perché se una persona è costantemente ‘ossessionata’ dalla propria immagine e vive ogni giorno nella paura di essere brutta, e per questo si sente rifiutata dagli altri – come accade a chi soffre di dismorfofobia –, quello che cercherà di fare è eliminare al più presto, o almeno nascondere il più possibile, questo suo difetto, fonte di estrema sofferenza.
Quando parliamo di dismorfofobia, però, dobbiamo fare molta attenzione a non confonderla con la sofferenza psicologica tipica di coloro che effettivamente hanno una irregolarità corporea più o meno grave, come ad esempio chi nasce con una malformazione congenita o chi subisce un’operazione chirurgica che lascia gravi segni sul corpo; la dismorfofobia è, invece, una condizione di sofferenza psicologica dovuta ad una sensazione soggettiva di deformità o di difetto fisico nonostante l’aspetto della persona rientri nella norma. Il difetto o il brutto aspetto che la persona crede di avere in realtà non esiste, è solo una costruzione della sua mente. Purtroppo, però, ‘tutto ciò che è creduto esiste, e soltanto questo’, direbbe H. von Hofmannsthal, per cui la persona soffre realmente per ciò che lei stessa costruisce e poi subisce.
Ma allora che cosa cerca di fare una persona che soffre di dismorfofobia per risolvere il suo problema? Prima di tutto è tipico di queste persone controllare costantemente il proprio aspetto guardandosi allo specchio, o viceversa evitare di guardarsi per il terrore di scorgere la propria immagine; oppure cercano di nascondere la parte del proprio corpo non tollerata dietro acconciature stravaganti o vestiti eccentrici; oppure, ancora, chiedono continue rassicurazioni ai familiari e agli amici sulla ‘non presenza’ del difetto o, viceversa, insistono per convincerli della ‘reale presenza’ di questo. Come soluzione ultima ricorrono alla chirurgia estetica, al bisturi; e si tratta di una soluzione che oggi, purtroppo, viene mal utilizzata da un numero sempre crescente di persone – e non solo in caso di dismorfofobia – a causa del forte avanzamento tecnologico di questo settore che rende realizzabile, a costi sempre minori, ciò che fino a qualche decennio fa era impensabile.
Ma se noi analizziamo questi tentativi vediamo come in realtà si tratta di ‘soluzioni’ che, anziché aiutare a risolvere il problema, lo alimentano: più la persona controlla e ricontrolla il suo aspetto meno riesce a guardarsi obiettivamente; più evita di specchiarsi più sarà portato ad evitare di farlo, fino addirittura a smettere di uscire non solo per la paura di vedersi riflesso in uno specchio (vetrine, finestre…), ma anche per il timore di essere rifiutato dagli altri per la sua bruttezza; più cerca di nascondersi dietro acconciature eccessive più attira gli sguardi su di sé, confermando così la sua idea di essere osservato per il difetto e non per l’acconciatura stravagante; più cerca rassicurazioni più si sente incompreso e non rassicurato. Infine, se decide di ricorrere alla chirurgia estetica, cade in un vortice per cui, come accade quando si aprono le bamboline russe, tolto un difetto ne viene fuori un altro, e poi un altro, e poi un altro… e questo perché la persona che soffre di dismorfofobia vede costantemente difetti da eliminare sul suo corpo, seppur non presenti.
Ciò che abbiamo detto per la dismorfofobia – per cui sembra che sia proprio quello che la persona fa e che continua a fare ad alimentare il problema – vale per quasi tutti i problemi di natura psicologica.
Ecco perché l’intervento strategico mira proprio alla rottura del circolo vizioso di queste tentate soluzioni che ‘non funzionano’, per poi aiutare il paziente ad imparare a sostituirle con altre che invece ‘funzionano’: in questo modo la persona può, non solo uscire dal suo problema in tempi brevi, ma anche mantenere i risultati ottenuti a lungo termine, una volta conclusa la terapia. Riusciamo a fare questo con un intervento che la porta a ‘scoprire’, a ‘sentire’ che quello che lei fino a quel momento ha creduto reale, cioè l’idea di essere brutta, deforme, non corrisponde a realtà. E questa è quella che noi chiamiamo ‘esperienza emozionale correttiva’: un’esperienza che corregge l’idea patologica della persona passando proprio attraverso le sue più profonde ‘emozioni’.
Grazie alla Terapia Breve Strategica, dunque, è possibile risolvere in tempi brevi problemi anche molto complicati, come è quello della dismorfofobia: del resto noi pensiamo che se un problema è grave e sofferto, non necessariamente altrettanto dura e sofferta dovrà essere la terapia: ‘a volte basta un raggio di luce per dissipare mille oscurità’.

 

Ilaria Artusi
L'autrice: Ilaria Artusi
Psicologa e psicoterapeuta specializzata in Psicoterapia Breve Strategica, training autogeno ed autoipnosi. Svolgo attività di consulenza clinica, sostegno psicologico e psicoterapia rivolta al singolo, alla coppia e alla famiglia. Tengo cicli di incontri di divulgazione psicologica rivolti a un pubblico di non specialisti.

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