Essere genitori oggi

Essere genitori oggi a volte sembra più difficile di quanto non apparisse un tempo: c’è l’impressione diffusa che ci si trovi di fronte a difficoltà a trasmettere valori e regole ai propri figli; sembra quasi che l’evoluzione sociale abbia creato un paradosso per cui si sarebbe tentati di dire che ‘si stava meglio quando si stava peggio’.

Quello che oggi si osserva è che i genitori tendono, sempre più, ad avere nei confronti dei figli comportamenti di tipo ansioso, basati sul coprire il figlio di attenzioni e di affetto. Forse per paura di deprivare il figlio dell’amore necessario e quindi di poter essere considerati i responsabili di eventuali suoi problemi psicologici futuri; ecco allora che i genitori scelgono la strada dell’ ‘iperprotezione’.

L’iperprotezione verso i figli è la tendenza dominante di molte famiglie di oggi, tendenza completamente opposta rispetto a quella di alcuni decenni fa: oggi il vero problema non è più la deprivazione affettiva quanto, invece, la ‘troppa protezione’; una protezione che, a differenza di quello che potremmo pensare, non aiuta i figli a diventare autonomi e indipendenti, ma al contrario, li fa crescere insicuri e impauriti, con la conseguenza di predisporli ad essere più soggetti a disturbi psicologici  di tipo ansioso, ossessivo, fobico, depressivo o legati ai comportamenti alimentari.

L’iperprotezione dei figli non è comunque l’unico problema che affligge la famiglia contemporanea. Grazie agli studi condotti negli ultimi anni presso il Centro di Terapia Strategica di Arezzo sono emersi infatti sei modelli di famigliapatologici’, cioè responsabili della nascita di diverse problematiche psicologiche e affettive dei figli.

Questi sei modelli sono:

  1. Modello Iperprotettivo, dove i genitori si sostituisco costantemente ai figli perché considerati troppo fragili; ma proprio così, in realtà, li rendono fragili: in un certo senso fanno una sorta di profezia che si autorealizza.
  2. Modello Democratico-permissivo, dove  genitori e figli sono amici, in una totale assenza di autorità.
  3. Modello Sacrificante, dove i genitori si sacrificano costantemente per dare il massimo ai figli e viceversa, per cui, alla fine, è come se valesse la regola tacita per cui è più buono e bravo chi si sacrifica di più.
  4. Modello Intermittente, dove i genitori tendono ad oscillare costantemente da un modello educativo ad un altro, per cui la percezione che il figlio ha di sé è quella di essere comunque sbagliato.
  5. Modello Delegante, dove i genitori delegano ad altri, in genere ai loro stessi genitori, il ruolo di guida, per cui i figli sentono di non poter contare sui propri genitori.
  6. Modello Autoritario, dove i genitori esercitano il potere in modo deciso e rigido nei confronti del figlio: chi è più forte comanda senza compromessi.

 

Ma quale è, allora, il modello sano di famiglia che permette ai figli di crescere maturi, responsabili, in grado di emanciparsi dai propri genitori in modo autonomo e sicuro?

La famiglia che permette questo è la famiglia autorevole. La famiglia autorevole si caratterizza per il fatto che è una famiglia in cui le gerarchie sono mantenute e in cui i genitori, soprattutto il padre, è rispettato e vissuto come modello e punto di riferimento, soprattutto per i figli maschi.

Essere autorevoli con i propri figli significa – in netta contrapposizione con i sei modelli familiari patologici – assumere tendenzialmente nei loro confronti posizioni di ‘superiorità’, quando ad esempio si fanno rispettare le regole e più in generale quando ristabiliamo il senso del limite nei momenti in cui il figlio sembra averlo perduto, anche con interventi punitivi;  ma essere autorevoli significa anche decidere, in certi momenti, di mettersi sullo stesso piano dei figli, come avviene quando dialoghiamo con loro, sforzandoci di comprendere il loro punto di vista, o quando giochiamo con loro.

Ma, scendendo un po’ più nel pratico, cosa vuol dire essere genitori autorevoli?

  • Mantenere quello che decidiamo di fare: se diciamo un no al figlio dobbiamo mantenerlo, anche se lui si ribella e ci mette alla prova; allora meglio un piccolo no mantenuto che un grande no che poi non viene rispettato. In altre parole: ESSERE COERENTI.
  • Fare in modo che i figli si meritino quello che hanno: i figli devono sentire che ciò che hanno non è tutto dovuto ma che è attraverso la fatica e a volte anche la frustrazione che lo ottengono. Solo se i figli potranno mettere alla prova le proprie risorse e capacità potranno infatti maturare e crescere forti e sicuri di sé. In altre parole: VALORIZZARE IL MERITO.
  • Da ultimo, ma non meno importante, insegnare al figlio che la libertà ha un prezzo, che ci sono delle conseguenze per le proprie azioni, e che crescendo deve assumersi la responsabilità dei suoi comportamenti (al tempo stesso bisogna concedergli via via la libertà di poterlo fare).fare. In altre parole: RESPONSABILIZZARE.

Fate in modo che vostro figlio superi una piccola difficoltà al giorno… in base chiaramente all’età che ha: solo in questo modo lo preparerete per essere davvero una persona che un domani avrà stima di sé e che vivrà serenamente’ – Paul Watzlawick

Ilaria Artusi
L'autrice: Ilaria Artusi
Psicologa e psicoterapeuta specializzata in Psicoterapia Breve Strategica, training autogeno ed autoipnosi. Svolgo attività di consulenza clinica, sostegno psicologico e psicoterapia rivolta al singolo, alla coppia e alla famiglia. Tengo cicli di incontri di divulgazione psicologica rivolti a un pubblico di non specialisti.

One thought on “Essere genitori oggi

Lascia un commento