Amore Romantico

C’è ancora possibilità, al giorno d’oggi, di vivere un Amore Romantico?

Chi non ha scritto sull’Amore? Quanti poeti, scrittori, musicisti, cantautori, non hanno scritto o cantato qualcosa a proposito dell’Amore? Non sarò certo io a scrivere qualcosa di nuovo rispetto a questo delicato e profondissimo argomento, per quanto allo stesso tempo semplice e naturale. Ma con questo articolo desidero far conoscere un autore che, dal mio punto di vista, ha in assoluto saputo meglio scrivere sull’Amore. Sì, perché Nathaniel Branden, considerato da tutti il pioniere nel campo dell’autostima, purtroppo scomparso all’età di settantaquattro anni e ormai più di dieci anni fa, ha saputo realizzare un libro, dal titolo ‘La psicologia dell’Amore Romantico’, che è un vero e proprio viaggio nella natura dell’Amore.

Branden ha esercitato la professione di psicoterapeuta per molti anni a Los Angeles, soprattutto nell’ambito delle terapie di coppia; non è appartenuto ad una specifica scuola di pensiero, quantomeno non così chiaramente; non è diventato altrettanto famoso di altri autori o colleghi a lui contemporanei: eppure questo ‘maestro’, perché io lo considero tale, è stato capace di scrivere un libro sull’Amore dalla natura così profonda e complessa, da renderlo a mio avviso unico nel suo genere. È un libro nato da anni di analisi che l’autore ha fatto sull’argomento: analisi dal punto di vista filosofico, storico, sociologico e fisiologico, oltre che dal punto di vista più profondo e intimo delle emozioni sperimentate in questo ambito.

Non posso certo descrivere qui il libro in tutte le numerose sfaccettature e considerazioni alle quali l’autore arriva: anche perché sarebbe bello che ognuno di noi lo leggesse almeno una volta nella vita. Mi limiterò a sottolinearne gli aspetti più importanti dal mio punto di vista, nella speranza di suscitare curiosità e riflessioni e, magari, invogliarne la lettura in proprio.

Branden sostiene che esistono due tipi di Amore: quello ‘Immaturo’, nel quale le persone cercano nella relazione amorosa il soddisfacimento di bisogni fondamentali di amore rimasti purtroppo non appagati nella propria infanzia; e quello ‘Romantico’, intendendo con quest’ultimo un amore tra due persone autonome e indipendenti che si legano attraverso un vincolo vitale fatto di passione, spiritualità, emozioni ed erotismo.

Il primo, quello immaturo, è destinato, nella maggior parte dei casi, a finire; o quanto meno a durare fin tanto che la persona che ha organizzato la sua vita attorno al soddisfacimento dei propri bisogni immaturi, non cresce, non evolve e non acquista un livello di autostima tale da non aver più necessità di dipendere da nessuno.

Le persone immature, infatti, sono persone che non hanno mai fatto i conti fino in fondo con il dato di fatto della solitudine umana – si nasce, si vive e si muore da soli, e non c’è altra persona che possa toglierci mai del tutto da questa condizione –: ma fin tanto che non crescono emotivamente, cioè finché non raggiungono un livello di autostima personale soddisfacente, di indipendenza e di autonomia emotiva, che le mette in grado di vivere bene con sé stesse anche da sole, non saranno in grado di vivere quello che è il vero Amore Romantico. Ecco perché, se all’interno di una coppia di immaturi, uno dei due ad un certo punto matura, ciò lo porta, spesso necessariamente, e spesso anche attraverso dubbi e dolori, a vedere il compagno o la compagna che hanno accanto come una persona che non li completa più totalmente come un tempo, perché è venuto meno il tempo di ‘usarlo/a’ come fonte per la gratificazione del propri bisogni e dei propri desideri insoddisfatti: ed ecco che ora che quei bisogni non ci sono più o sono cambiati l’Amore Immaturo muore.

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C’è di più: dal momento che, come scrive Branden, l’amore non produce autostima, ma può solo rinforzarla, un legame nato tra persone immature spesso non aiuta la crescita personale, ma al contrario la rallenta e in alcuni casi la impedisce completamente. Per crescere, paradossalmente, il legame si deve rompere. Questo perché, come viene descritto nel libro in modo molto chiaro, via via che le persone crescono e si evolvono, le loro necessità e i loro desideri cambiano, diventando meno o più importanti, e possono emergere nuovi obiettivi e nuovi aneliti, che aprono baratri nel rapporto. Questa rottura, in verità, anziché un fallimento dovrebbe essere vissuta come una crescita e un’evoluzione per entrambi, dal momento che può essere l’apertura a relazioni più mature e sicuramente più soddisfacenti.

Si capisce bene a questo punto, per contrasto, il secondo tipo di amore, l’Amore Romantico. Esso è l’Amore tra due individui autonomi e risolti emotivamente; è un legame nel quale le due persone sono in grado di amare innanzitutto sé stesse, e, al tempo stesso, di amare l’altro ad un livello profondamente diverso. L’amore reciproco che si danno entro la coppia non è la fusione morbosa di un rapporto simbiotico di dipendenza e bisogno, ma il soddisfacimento reciproco di desideri adulti e consapevoli, nel quale le due persone si rispettano e costituiscono un valore l’uno per l’altra.

Certo, come sottolinea l’autore, esistono dei casi nei quali l’amore immaturo può durare anche per tutta la vita: in tal caso o i membri della coppia hanno avuto la capacità di crescere ed evolvere insieme risolvendosi emotivamente e trasformando il loro legame nel corso del tempo per mantenerlo solido; oppure, al contrario, la coppia ha scelto, spesso in modo del tutto inconsapevole (ma non sempre: a volte può essere, per i più svariati motivi, un compromesso accettato lucidamente), di non affrontare il difficile processo di separazione e individuazione che sarebbe stato necessario, preferendo la strada apparentemente più semplice del mantenersi nella classica coppia che ‘si sopporta’, perché “è così che finiscono tutti i rapporti” – come si raccontano l’un l’altra fino a convincersene del tutto.

Ma, senza alcun dubbio, Branden non sarebbe d’accordo con questa affermazione negativa e rinunciataria: per lui l’amore nasce, cresce e si evolve; e nell’evolversi può anche morire: per dare vita, però, a qualcosa di nuovo, come del resto accade in natura dopo ogni profondo cambiamento. La cosa peggiore è, semmai, rimanere eternamente intrappolati in qualcosa che né vive né muore.

Concludo ricordando che ‘Tutto ciò che non ti eleva ti abbassa’: non c’è frase più vera di questa per descrivere tutto ciò che può farci l’amore.

Ilaria Artusi
L'autrice: Ilaria Artusi
Psicologa e psicoterapeuta specializzata in Psicoterapia Breve Strategica, training autogeno ed autoipnosi. Svolgo attività di consulenza clinica, sostegno psicologico e psicoterapia rivolta al singolo, alla coppia e alla famiglia. Tengo cicli di incontri di divulgazione psicologica rivolti a un pubblico di non specialisti.

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